Museo di Arte Contemporanea Città di Caserta

Alessandro Punzo è un fotografo narrante, un costruttore di immagini che rimandano a storie di vite vissute, vite difficili, in luoghi impervi e dolorosi. Questa mostra rappresenta la vera essenza dell’arte visuale: quella di assolvere a una funzione sociale. E’ il modo di rendere evidente, attraverso gli scatti, una realtà che, nonostante la lontananza fisica, incide quotidianamente nella nostra esistenza. Un piccolo passo per rendere visibile ciò che spesso è, in realtà, invisibile.

Enzo Battarra, Assessore alla Cultura del Comune di Caserta

2 dicembre ’21 – 30 genn. ’22

Teatro Comunale “C. Parravano” CASERTA

Gli scatti, come se fossero finestre, ci proiettano in luoghi lontani i cui colori vibrano di un’energia densa e satura, trasportandoci in un viaggio che tocca continenti e popoli distanti tra loro ma tutti egualmente invisibili all’occhio occidentale. E’ un racconto che parla di povertà e fatica, di quotidianità e umanità ma anche di infanzia, curiosità e briciole di speranza. Senza chiederne il permesso, ci affacciamo in quegli scorci e li popoliamo di sguardi. Vengono così colti come umanamente esistono, senza filtri e senza pose; c’è chi ignora la presenza della macchina fotografica e chi invece ci guarda dritto in faccia, ricambiando e catturando il nostro sguardo scrutatore, creando un collegamento che perfora quel margine che oltre ad essere sociale si concretizza fisicamente attraverso la superficie della fotografia. Scrutiamo e veniamo scrutati a nostra volta creando una nuova dimensione in quegli scatti, seppure marginali, portano al centro tutta la loro verità e noi non possiamo fare altro che lasciargli lo spazio che meritano. Francesca Rinaldi

Alessandro Punzo con le sue fotografie ci trascina in luoghi che vanno dal Nepal all’India fino al Madagascar componendo quadri i cui colori sono le vesti accese che si impongono con forza sulla scena, fiumi giallastri, ambienti poco esplorati e ritratti che sembrano dialogare con noi, di una potenza espressiva quasi dolorosa. E’ l’empatia lo strumento utile a cogliere ciò che nascondono questi scatti, una sensibilità che guida l’occhio curioso di chi tenta di avvicinarsi a questi mondi, una realtà che va oltre pregiudizi e indifferenza. L’artista ci regala un viaggio alla scoperta di luoghi, ma soprattutto persone, attraverso scatti di una vita quotidiana troppo lontana e invisibile ai nostri occhi. E per questo, Scatti Marginali. Roberta Sorbo

Lascio scorrere il mio occhio, seguo un iter e cerco di scrutarle. Mi accorgo che non sono per nulla “Scatti Marginali”. Sono scene visibilmente ed indiscutibilmente drammatiche ma intrise di note positive: l’estrema autenticità della vita, il cromatismo ineccepibile, la cultura, il lavoro e la fatica che si attua pur di poter sopravvivere. E più le osservo e più svaluto un tenore di vita difficilmente  svalutabile, fatto di eccessi e di insana superficialità. Angelica Mingione

Nella prima lettera ai Corinzi, San Paolo parla della Carità con queste parole: “E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia”.  Ora guardare gli Scatti Marginali di Alessandro Punzo mi fa venire immediatamente in mente questa lettera; ma non quella carità ipocrita e falsamente benevolente che, spesso, noi in Occidente attuiamo, piuttosto quel sentimento che nasce dal rispetto, dal tentativo vero e reale di confrontarci con ciò che è culturalmente e geograficamente altro da noi. Perché  l’altro è marginale solo quando siamo noi stessi a deciderlo.

Alfredo Fontanella, Museo di Arte Contemporanea di Caserta

Ogni giorno milioni di persone percorrono strade che li portano da non luoghi ad altri non luoghi. Sono le vie delle grandi metropoli urbane che percorrono come ferite il tessuto delle città, delle banlieu, degli agglomerati dove gli esseri umani corrono come lemming impazziti, verso la catastrofe socio ecologica del terzo millennio. Ma sono anche gli esseri umani che vivono lo straniamento persi nelle periferie del mondo, invisibili agli occhi pervasivi del web eppure abitanti dei non luoghi dove ogni frazione di conglomerato sociale finisce per essere un mondo altro rispetto ad una storia ed una memoria. Le ansie etnocentriche delle concentrazioni forzate di etnie spesso distanti fra loro annullano ogni possibilità di creazione di un mondo che abbia un progetto e le distopie di questa esistenza creano soltanto una maligna evoluzione di diseguaglianze. Alessandro Punzo documenta, attraverso i suoi Scatti marginali, le realtà nascoste dell’India, del Nepal, del Madagascar, la necessità assoluta di reinsediare i frammenti della memoria nella diversa percezione della realtà; l’obbligatorietà di restituire un senso comune alla frammentazione stessa dell’esistenza.

Massimo Sgroi, Scrittore, Critico d’arte, Art director del MAC di Caserta

La Repubblica

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