“SCATTI MARGINALI”

18 giugno – 7 luglio 2022 GALLERIA CITTA’ DI PADOVA (via s. Francesco vicolo santa Margherita 2 Padova)

sabato 18 giugno, ore 18: INAUGURAZIONE venerdì 24 giugno, ore 18.30: “VOLTI INVERSI”, serata di poesia & immagini in musica. Sui volti intensi e antichi di SCATTI MARGINALI, Lucia Bigarello, poetessa veneziana, ha scritto liriche di grande sensibilità. Ne è scaturito “VOLTI INVERSI”, edito da Supernova S.r.l. (aprile 2021), Venezia. Le musiche dal vivo sono eseguite alla chitarra dalla polistrumentista Michela Mignone, mentre la voce recitante è dell’attrice Manuela Piotto. Info tel. 328 9254 183 giovedì 7/07: serata conclusiva

La mostra, curata da Beatrice Andreose, è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova. Il percorso espositivo offre frammenti di vita quotidiana che non hanno voce e nome, ma capaci di sorprendere per l’empatia che suscitano e la bellezza che regalano. Vita marginale, dunque, perché poco visibile ai radar sociali ma oggetto imprescindibile nei processi di valorizzazione di un capitalismo aggressivo, estrattivo e onnivoro che non ha, ormai, latitudine.  Così India, Nepal e, soprattutto, per lo spazio che occupa in mostra, Madagascar, disegnano i contorni di una geografia dell’emarginazione economica e sociale al servizio dei sogni di possesso del mondo cosiddetto avanzato.

Scatti Marginali è il titolo della mostra fotografica di Alessandro Punzo che apre il 18 giugno alla Galleria Città di Padova. Napoletano, da anni residente a Padova, Alessandro è stato insegnante, attivista dei Cobas della Scuola e di comitati ambientalisti.L’esposizione alla Galleria Città di Padova propone una serie di scatti, come recita il titolo, “marginali”, perché ritraggono un’umanità spesso dolente, avulsa dalle logiche del nostro mondo, legato al culto dell’apparenza e della materialità. A questa umanità – donne, bambini e uomini di India, Nepal e Madagascar ritratti nell’esercizio delle attività quotidiane – Alessandro restituisce grande dignità e fierezza. D’altra parte, nelle fotografie realizzate nel corso dei suoi innumerevoli viaggi, senza alcuna finalità didascalica, quello che salta all’occhio è proprio l’elemento umano, l’empatia che suscita nell’osservatore, al quale l’artista chiede di guardare indossando “lenti” differenti.Voglio ringraziare Alessandro, la cui sensibilità artistica ha saputo tradursi in un’opera di sentita valenza sociale. Mi piace inoltre sottolineare come una città come Padova, in questi ultimi anni abbia saputo dare voce e libertà di espressione a una molteplicità di artisti di diverso profilo espressivo. Una città che ci piace immaginare sempre più europea, cosmopolita, inclusiva e coerente con il suo status di grande città d’arte europea, così come rimarcato recentemente con il conseguimento del secondo sigillo Unesco per i cicli pittorici del Trecento.

  L’ Assessore alla Cultura, Comune di Padova

(RI-SCATTI) Il marginale è il luogo degli esclusi dalla vita economica, fuori dalle caste e da ogni status. In economia indica una nozione prossima al limite, oltre il quale qualcosa cessa di essere desiderabile o possibile.  Si può così affermare che, per i valori dominanti, la condizione “marginale” si caratterizza per la non partecipazione ai privilegi materiali e sociali, alle norme della società globale che definisce ciò che è centrale e ciò che non lo è. Lessico e grammatica di una narrazione liberista che nella sua mostra fotografica Alessandro Punzo rovescia, per ricostruire un ordine delle cose e delle persone radicalmente diverso. Negli scatti dell’artista tra India, Nepal e Madagascar, infatti, gli sguardi degli anziani sono occasione di orgoglio, ogni ruga una traccia di tempi solenni, il capo schiacciato dal peso dei sacchi trasportati dalle donne africane suggerisce dignità, i sorrisi dei bambini imprimono la forza del tempo futuro, gli sguardi fieri narrano di storie e culture “altre” che pur in un orizzonte di terra e sudore, risultano tutt’altro che marginali. Le fotografie di Alessandro riflettono universi che riscattano la povertà, che pure esiste ed è durissima, col calore del sole e il colore della terra. La marginalità del Nepal è dimenticata, agli occhi dello spettatore incantato, dalle sue residenze così simili a pizzi ricamati con la pietra, frutto di un artigianato millenario. Nella sua mostra Alessandro percorre un sentiero ricco di volti, animali, persone e attività con perizia tecnica e solidarietà, mette in relazione tra loro storie e sguardi ritenuti interstiziali dal pensiero liberale, ma che resistono nella complessità in virtù della capacità di essere loro stessi. Nell’era della comunicazione planetaria pervasiva, tra bollettini di guerra, flussi finanziari e andamenti pandemici, a fronte del paradigma algoritmico in cui il nostro mondo è immerso, questa altra umanità si muove al centro di un mondo “altro” tra necessità ecologica e giustizia sociale. Una realtà del possibile nell’epoca dell’anima al lavoro, per dirla con Bifo. Scatti che restituiscono a questi mondi ciò che il nostro mondo ha loro sottratto: la centralità della natura umana e una passione tanto antica quanto fatale, una infinita solidarietà. 

Beatrice Andreose, giornalista, scrittrice

Marginal is the place of the people excluded from the economic life, off any caste and status. In economics it means a concept close to the limit, beyond which something stops being desirable or possible. So we can state that, for the prevailing values, the marginal is a condition characterized by a total lack of participation in the material and social privileges, in the rules of the global society which defines what is central and what is not. This lexicon and grammar of a free trade narration is overturned by A. Punzo in his photo exhibition, to build up a radically different order of things and persons. In the shots taken by the artist in India, Nepal and Madagascar, in fact, the glares of the eldest are occasion of pride, as every wrinkle is a track of solemn times; the head pressed by the weight of the bags carried by the African women suggests dignity, the children’s smiles imprint the force of the future, the fierce glares tell diverse stories and cultures that, even within the horizon of soil and sweat, result all but marginal. Alessandro’s shots reflect universes that rescue poverty, which exists yet and is very hard, with the sun heat and he soil colours. Nepal’s marginality is forgotten in the eyes of the viewer, enthralled by the palaces similar to laces made of stone, product of millennial craftwork. In his exhibition Alessandro follows a path of faces, animals, people and activities with technical expertise and solidarity; he intertwines stories and glares considered interstitial by the liberal doctrine, that still resist in this complexity, thanks to their capacity of being themselves. In the era of pervasive planetary communication, among war reports, financial flows and pandemic trends, against the algorithmic paradigm which our world is plunged in, this different humanity moves inside another world, between ecologic necessity and social justice. A possible reality in the times of the soul at work, as Bifo says. These shots return these worlds what our world has taken away: the centrality of human nature and a passion as old as fatal, infinite solidarity.

(trad. di Rita Annaloro)

THEMBA

Incontrai Themba (nome di fantasia) in spiaggia, è uno dei tanti venditori di “perline”, come li chiamano, che ogni giorno macinano chilometri e chilometri sotto il sole estivo per vivere. E’ stata una delle rare volte che ho chiesto il permesso di fotografare. La cosa sembrò a me stesso molto strana: chi, come me, è abituato a “rubare”, per così dire,  l’istante dello scatto, si trova a disagio a fotografare chi è stato in qualche modo “avvisato” di quanto sta per accadergli. Superai l’impasse con l’escamotage del racconto. Le storie degli immigrati, nelle quali mi riconosco, hanno un comune denominatore, il bisogno. Lo si dimentica spesso (nei primi anni che ero a Chioggia, da insegnante, mi sentii dire, più di una volta, che stavo soggiornando in una terra che non era la “mia” e che stavo sottraendo lavoro agli altri!!).   Così, anche Themba era stato spinto dal bisogno; e anche lui, come tantissimi altri e altre, ha necessità di inviare denaro a casa (Senegal), dove c’è un familiare (la madre, nel suo caso) che ha bisogno di cure mediche. La madre è assistita dai suoi figli, tre se non ricordo male, a cui pure deve provvedere ; e tuttavia lo stesso Themba avrebbe bisogno di cure ma, stando così le cose, è costretto ad anteporre alle sue necessità quelle dei suoi familiari lontani. Si è dichiarato molto religioso. Un particolare: quando stava per salutarmi gli ho allungato una banconata da 10 €. Ebbene, ho dovuto insistere non poco perché la prendesse! Si è commosso, gli sono spuntati due lacrimoni. Una persona davvero speciale… Ho provato un misto di vergogna e colpa. A.P.